Ange Goudar è il prototipo dell’avventuriero settecentesco.
Baro, ciarlatano, agente segreto facile al doppio (e al triplo) gioco, Goudar è un truffatore “di tutto rispetto.
Sembra aver percorso tutta l’Europa alla ricerca di tutte quelle situazioni di disordine in cui il suo “talento” truffaldino gli avrebbe consentito un qualche guadagno.genova top secret un inaffidabile agente segreto
Un uomo del genere non poteva certo lasciarsi scappare la rivolta genovese del 1746! Tutta Europa ne parlava e, appena qualche giorno dopo la sassaiola di Portoria, il nostro simpatico truffatore riuscì in modo fortuito ad entrare nella città assediata. Una volta qui si è persino proposto come “agente di collegamento” tra gli insorti e gli alleati “gallispani”, ovvero il blocco borbonico franco-spagnolo.
Il suo contributo finì in realtà per essere quasi nullo, come probabilmente fu il suo compenso.
L’ingegnoso (e poliglotta) Goudar dimise quindi le vesti dell’agente segreto per tentare quelle dell’intellettuale salottiero. Per mettere a frutto in qualche modo l’esperienza genovese, nel 1752 pubblicò a Londra A “General History of the Late Revolution of Genoa”. Volendo aggiungere un pizzico di complottismo, consono al personaggio, nella descrizione dell’episodio del 5 dicembre lasciò cadere la frase:
“Several politicians pretended that the adventure of the mortar- piece was not the effect of chance, but a thing long premeditated; but this I take to be an opinion form’d without any foundation”
(“Molti politici ritengono che l’episodio del mortaio non sia stato un caso, ma un atto premeditato; anche se ritengo che tale opinione sia priva di fondamento”).
Ma cosa ci poteva essere di vero nelle parole di un notorio impostore?