La “creuza do diao”
Alcune leggende narrano che Largo San Giuseppe nel ‘500 si chiamasse la “Creuza do diao” ovvero la crosa del diavolo. Si evitava con cura di passare in quella zona dopo il tramonto, anche se molti non l’avrebbero fatto neanche in pieno giorno per paura dei fantasmi che, si pensava, abitassero proprio lì. Tante sono le testimonianze (anche da parte di notabili dell’epoca) che raccontano di gemiti tra gli alberi secolari, spaventosi rumori di catene, fuochi fatui e palpitare di ombre spettrali. Il nome della via, quindi, era decisamente più che appropriato.
Un giorno, finalmente, qualcuno si accorse che i fantasmi e il demonio in effetti non c’entravano proprio nulla!
Si trattava, invece, di rumori e manifestazioni “paranormali” prodotte da uomini vivi e vegeti e oltretutto anche parecchio impegnati. Erano contrabbandieri, criminali e altre persone desiderose di quiete e silenzio per i propri affari che utilizzavano una serie di stratagemmi neppure troppo ingegnosi. Si intravedevano uomini su trampoli muniti di lenzuola, zucche illuminate dall’interno con le candele (già molto prima di Halloween) e si udiva qualche tacchino starnazzante con le catenelle fissate alle zampe. Era tutto questo a produrre i famosi segni misteriosi.
Anche molti anni dopo la scoperta della verità, tra il ‘700 e ‘800, la paura comunque rimase e in molti continuarono a I lavori di ampliamento e il cambio del nome in Largo San Giuseppe non resero la strada più amata da chi doveva rincasare da solo a tarda notte….
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