1° maggio 1862.
Un anno prima che Jesse James inizi la sua carriera di rapinatore di banche nel West e poco prima della celebrazione dell’ anniversario della partenza dei Mille da Quarto.
Genova assiste ad un’inaudita rapina che ha per teatro Via Aurea.
Un gruppo di sei uomini armati fa irruzione in pieno giorno nella Banca Parodi, al primo piano del palazzo omonimo, e si fa consegnare dai cassieri ben 800.000 lire. Stiamo parlando di più o meno tre milioni e mezzo di euro attuali!
Ne parla tutta Italia: nessuno sembra idea di chi possa essere stato tanto sfrontatamente audace, ma bastano pochi giorni alla polizia per trovare la giusta traccia .
Il prefetto di Bologna – secondo alcuni insospettito dalle iniziali ricamate su un fazzoletto trovato sul luogo della rapina, secondo altri imbeccato dagli informatori giusti, allettati da una taglia di 60.000 lire messa in palio dallo stesso Parodi – avverte il collega genovese che il modus operandi è quello tipico della “Banda Ceneri”. Di chi si tratta? Solamente della più importante e famigerata tra le gang del capoluogo emiliano, già protagonista di innumerevoli rapine e svariati omicidi “eccellenti”.
Passano pochi giorni. I componenti della banda tentano una fuga oltre confine a bordo di un’imbarcazione dal nome assai risorgimentale: Amore e Patria. Sfortunatamente per loro le forze dell’ordine riescono ad acciuffarli.
I furfanti cercano di liberarsi del bottino gettandolo in mare, ma gran parte della refurtiva viene recuperata. Una magra consolazione del banchiere derubato!
Ma le sorprese non finiscono qui. Indagando su quali potessero essere i “contatti” genovesi della banda emerge una rete di strette connessioni con il mondo garibaldino. Si scoprirà che la rapina era stata concepita come opera di “autofinanziamento” in vista dell’avventura sull’Aspromonte.
Fatto sta che, dopo che un “maxi-processo” destinato a fare la storia, Ceneri viene condannato all’ergastolo e ai lavori forzati. Tuttavia ci fu un altro colpo di scena! Un maggiore garibaldino aiuta il Ceneri in una spettacolare fuga in piroscafo che lo conduceva all’Elba. Fu così che Pietro Ceneri, celebrato per la sua bellezza tenebrosa, sparì per parecchio tempo dalle cronache italiane.
10 novembre 1881.
Trent’anni prima che Butch Cassidy termini la sua carriera di rapinatore in uno sperduto villaggio delle Ande boliviane.
Siamo negli anni convulsi della guerra del Pacifico quando la polizia cilena sventa una rapina in una banca di paese, uccidendo uno dei rapinatori. L’altro, fatto prigioniero e condannato a morte, svela le sue generalità, qualificandosi come italiano. Riuscite a indovinare di chi si tratta? Del famigerato Pietro Ceneri!
La polizia cilena, in vena di generosità, decide di consegnarlo alle autorità italiane e una nave lo riporta a Genova. Forse era destino che proprio nelle carceri genovesi si concludesse la carriera di uno dei più ineffabili criminali della storia italiana. Colui che ha fatto scrivere ad un acido libellista del tempo: “Quella che noi viviam, se ben la squadri Intitolar si può I’eta’ dei ladri”