Per un genovese dell’Ottocento Salita San Siro non era solamente il punto dove quattro secoli prima un gruppo di ribelli aveva letteralmente fatto a pezzi il feroce governatore della città Opizzino d’Alzate, ma un luogo dove passato e presente si fondevano in modo singolare: la casa dov’era nato Giuseppe Mazzini era proprio a due passi; mentre i più informati sapevano probabilmente che nella stessa salita – all’albergo Lion Rouge – Mazzini era stato arrestato dalla polizia sabauda durante un incontro della Carboneria.
Probabilmente a causa di questa suggestiva coincidenza, il pittore Giuseppe Isola nel 1837 aveva dipinto “La morte di Opizzino” raffigurando i volti degli ufficiali piemontesi di stanza in città tra gli uomini del governatore, mentre i rivoltosi avevano le fattezze dei più noti mazziniani cittadini. Non la passò liscia: il pittore venne arrestato, portato a Torino e interrogato a lungo; lo stesso Mazzini, allora già in esilio, informato dalla madre dell’accaduto chiese più volte per lettera di avere notizie sugli sviluppi della vicenda. Sviluppi che in realtà furono del segno opposto rispetto a quanto Mazzini si sarebbe aspettato: nel 1841 Isola diventava pittore di corte di Carlo Alberto, con la qualifica ufficiale di “pittore storico onorario”; negli anni seguenti si sarebbe cimentato in una serie di affreschi nel Palazzo Reale di Via Balbi che riprendevano le tematiche mitologiche della grande decorazione seicentesca genovese, glorificando invariabilmente casa Savoia.
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